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Le meraviglie della pittura estense

 

La pittura del Rinascimento rispecchia la nuova centralità dell’uomo e del suo ruolo nel mondo, una presa di coscienza cui gli artisti si ispirano portando i soggetti, sacri e profani, dentro paesaggi, architetture e ritratti. Una delle massime espressioni della pittura rinascimentale è il ciclo di affreschi del Salone dei Mesi di Palazzo Schifanoia, che oggi torna a mostrarsi in tutta la sua bellezza dopo i restauri architettonici e la nuova illuminazione.

 

Ispirati dai mesi dell’anno e dai segni zodiacali, sguardi, gesti e visi dei personaggi raccontano una storia vecchia di cinque secoli e mezzo. Il misterioso Vir Niger, l’uomo nero, l’ultimo decano del segno zodiacale dell’Ariete, accompagna nel mese di marzo Borso, duca di Ferrara dal 1471, e la sua corte, protetti da divinità dell’Olimpo sedute su carri celesti.

 

Non da meno sono gli affreschi di Palazzo Costabili, con il magnifico soffitto cinquecentesco affrescato dal Garofalo e quelli di Casa Romei nella Sala delle Sibille e dei Profeti. Notevoli sono le opere del Museo della Cattedrale e la quadreria della Pinacoteca Nazionale, ospitata al piano nobile di Palazzo dei Diamanti. Questa offre una significativa rassegna della pittura rinascimentale da Cosmè Tura a Dosso Dossi passando per i drammatici dipinti del Bastianino, con i quali si chiude l’epoca estense a Ferrara.

 

ultima modifica 09/05/2021 14:32
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Al piano nobile di Palazzo Schifanoia è custodito uno dei cicli d’affreschi più importanti del XV secolo, opera collettiva dei maggiori pittori ferraresi della scuola di Cosmè Tura, fra cui Francesco del Cossa ed Ercole de’ Roberti. Dei dodici mesi sono giunti fino a noi quelli da marzo a settembre. Rappresentano il mondo divino, il mondo umano e i segni dello zodiaco in un omaggio alla vita di corte del committente, il duca Borso d’Este.

Il magnifico soffitto cinquecentesco affrescato dal Garofalo nella Sala del Tesoro, rappresenta una finta balconata dalla quale si affacciano diversi personaggi che testimoniano il loro amore nei confronti della musica, dell'arte e della poesia.

La Sala delle Sibille e dei Profeti, i soffitti lignei, le volte affrescate e l’"Alcova" costituiscono un corpus artistico unico a Ferrara. Si affiancano raccolte d’arte di importanti artisti come Donatello, Francesco Dal Cossa, Gregorio di Lorenzo e Bastianino.

Ospitata al piano nobile di Palazzo dei Diamanti, nelle sale comprendenti il magnifico salone d'onore e l'appartamento cinquecentesco di Virginia de' Medici, offre una notevole rassegna di quadri rinascimentali. Alle opere di maestri come Cosmè Tura, Ercole de' Roberti e di altri artefici dell'Officina Ferrarese, si affiancano l'imponente Polittico Costabili, eseguito dal Garofalo e da Dosso Dossi, e i drammatici dipinti del Bastianino, con i quali si chiude l'epoca estense a Ferrara.

Il Museo della Cattedrale di Ferrara è ubicato nella ex Chiesa di San Romano ed è ricco di opere riferibili al Rinascimento, tra cui le antiche ante d’organo, raffiguranti l’Annunciazione e San Giorgio e il Drago, capolavoro assoluto di Cosmè Tura, capofila della scuola ferrarese quattrocentesca, e la Madonna della Melagrana, statua in marmo di Carrara dell’artista senese Jacopo della Quercia, collocato nell’ex sagrestia della chiesa.

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