Ferrara e le sue Mura
Luogo di incontro, relax e benessere, le mura mostrano tutta la loro storia. Attraverso i secoli sono giunte allo stato presente divenendo nel tempo oggetto di svariate modifiche, più o meno sostanziali, di deterioramento e recupero, fino al decisivo restauro della fine del secolo scorso che ne avvia la piena valorizzazione e restituzione a chiunque abbia il piacere di fruirne.
Baluardi, torrioni, porte ne scandiscono il ritmo, testimoniando anche l’evoluzione delle tecniche di difesa. Il loro interesse è dunque innanzi tutto storico e
architettonico, ma a esso si somma, per nulla secondario, quello culturale e naturalistico.
Il verde delle mura costituisce un vero e proprio parco, pregevole per la ricca biodiversità della flora come per quella faunistica, in cui rientrano anche numerose specie rare e protette.
1 Torrione di Barco
Col diametro esterno di 21 m, è il torrione circolare più grande tra quelli costruiti da Biagio Rossetti e Bartolomeo Tristano lungo il perimetro fortificato dell’Addizione Erculea. Edificato sul vertice nordoccidentale a partire dal 1493, ha una struttura molto interessante per la storia dell’architettura militare estense e non solo.
2 Mura Rossettiane
Costruite tra il 1493 e il 1505 da Biagio Rossetti, Alessandro Biondo e Bartolomeo Tristano, le mura estensi segnano il passaggio dalla difesa verticale piombante a quella orizzontale o radente e rappresentano uno dei più qualificati esempi di architettura militare italiana di transizione rispetto al sistema bastionato successivo. Un fossato d’acqua non profondo ma molto esteso (tra 35 e 80 m) rendeva più difficoltoso ogni tentativo di avvicinamento.
3 Porta degli Angeli
Situata al termine dell’antica via degli Angeli, la Porta era l’unico varco di accesso settentrionale del circuito fortificato costruito dal 1493 al 1505 attorno alla grande “Terra Nova”, ossia l’ampliamento urbano più noto come Addizione Erculea. Restaurata tra il 1984 e il 1991, fu oggetto di molte trasformazioni apportate già tra il 1519 e il 1526 e proseguite nei secoli al mutare delle sue funzioni.
4 Torrione di San Giovanni Battista
Costruito tra il 1493 e il 1497, il torrione presidiava l’omonima Porta situata allo sbocco orientale del lungo decumano dell’Addizione Erculea. Nel 1518 Alfonso I d’Este decise di coprirlo con un tetto conico innestato su un massiccio pilastro, mentre le merlature furono tamponate nella prima metà dell’Ottocento. Dopo l’occupazione francese del 1796, la Porta venne denominata Porta Mare e tutto il complesso subì varie modifiche funzionali. Dal 1999
il Torrione di San Giovanni ospita il Jazz Club Ferrara.
5 Baluardo e doccile di San Tommaso
Prende il nome dalla limitrofa chiesa di San Tommaso, distrutta nel 1836. Dalla tipica forma a freccia e senza orecchioni nei fianchi, il baluardo fu costruito alla fine del secondo decennio del XVI secolo, quando Alfonso I d’Este decise di potenziare l’apparato difensivo del settore sudorientale della città. A poca distanza scorre il settecentesco doccile o doccione di San Tommaso, costruito nel 1524 con copertura a volta per far defluire gli scoli delle fognature cittadine nel canale Naviglio di Baura.
6 Baluardo della Montagna
Tra il 1518 e il 1522 fu innalzata la nuova muraglia tra la Porta di San Giorgio e il Baluardo di San Tommaso. Nel 1518 Sebastiano Bonmartini disegnò il grande baluardo a freccia con cannoniere, definito nel 1520 da Ferrante Gonzaga «la più superba fortezza del mondo»: con la terra di scavo fu innalzata sul bastione una colossale montagna, denominata Montagna di San Giorgio o di Sotto, con funzione di cavaliere su cui posizionare le potenti artiglierie del duca Alfonso d’Este.
7 Bagni Ducali
La residenza di diporto, detta della Montagna, fu fatta costruire sull’omonimo torrione da Ercole II d’Este: oggi nota come Bagni Ducali, venne edificata nel 1541 su progetto di Terzo Terzi. Il piccolo palazzo rustico presentava i prospetti esterni affrescati da Battista Dossi, Girolamo da Carpi, Camillo Filippi e dal Garofalo. La sua fama era legata al singolare contesto ambientale ricco di acque movimentate da complessi congegni idraulici. La montagna era rivestita di vigne e fiori e ai suoi piedi si estendeva una peschiera lunga oltre 200 metri (l’attuale viale Alfonso I d’Este). Essa nascondeva inoltre due grotte ipogee riccamente decorate, costruite nel 1545-1549 su disegno di Girolamo da Carpi, purtroppo devastate con l’esilio degli Este da Ferrara.
8 Porta Romana
L’attuale rudere è quanto resta del complesso che fino alla fine del XVI secolo presidiava il principale ingresso meridionale della città. A difesa della Porta di San Giorgio, denominata Porta Romana dal 1798, Ercole II e Alfonso II d’Este tra il 1557 e il 1563 fecero costruire un nuovo baluardo. La Porta fu trasformata in Prospettiva monumentale negli anni ‘80 del XVII secolo e ulteriormente abbellita nel 1847. Le modifiche e gli sventramenti di fine ‘800 ne causarono il decentramento funzionale, con conseguente decadimento architettonico.
9 Baluardo dell’Amore
Innestato lungo la cortina muraria fatta costruire da Borso d’Este a metà XV secolo, l’odierno Baluardo dell’Amore, dalla tipica forma ad asso di picche, venne realizzato oltre un secolo dopo: fu Alfonso II d’Este a promuovere tra il 1578 e il 1585 un’ingente opera di potenziamento difensivo delle fortificazioni meridionali a ridosso del Po, grazie ai progetti di ingegneri e tecnici militari quali Cornelio Bentivoglio, Marcantonio Pasi, Giulio Thiene e Giovan Battista Aleotti.
10 Baluardo di Sant’Antonio
Situato in corrispondenza del monastero benedettino di Sant’Antonio in Polesine, è l’elemento centrale del sistema bastionato meridionale a ridosso della sponda del fiume Po, quasi del tutto interrato già alla fine del XVI secolo. Assieme ai baluardi di San Pietro e dell’Amore, anche questa struttura fu edificata su impulso del duca Alfonso II d’Este tra il 1578 e il 1585.
11 Mura di Borso
Il prosciugamento del ramo del Po lambente il fronte meridionale di Ferrara tra la fine del XIV e la prima metà del XV secolo causò la saldatura all’abitato urbano dell’antica isola fluviale di Sant’Antonio in Polesine. Le prime azioni di difesa del tessuto urbano inglobato spettano al marchese Nicolò III d’Este (1383-1441). L’ulteriore inaridimento del Po indusse prima Leonello d’Este (1407-1450) e soprattutto Borso (1413-1471) a far proteggere con nuove muraglie tutta la zona meridionale compresa tra Castel Nuovo e il Barbacane di San Giorgio.
12 Baluardo e Porta di San Pietro
Giungendo da Porta Paola, il Baluardo di San Pietro è la prima delle fortificazioni avanzate fatte costruire da Alfonso II d’Este tra il 1578 e il 1585 per ammodernare e rafforzare le preesistenti mura quattrocentesche. Contemporaneamente alla sua costruzione, nel 1582-1583 furono demoliti i merli delle muraglie quattrocentesche e fu abbattuta la torre in corrispondenza della Porta, mentre nel 1583 si provvide a erigere una nuova prospettiva in marmo in corrispondenza della stessa Porta, su disegno di Giovan Battista Aleotti. Nel 1630 quell’apparato marmoreo venne smontato e ricollocato all’ingresso principale della Fortezza pontificia e il varco della Porta di San Pietro fu definitivamente murato.
13 Baluardo di San Lorenzo
Sorge sul precedente Bastione di Castelnuovo, smantellato tra il 1562 e il 1572. Costruito nel 1583 e ristrutturato in epoca papale, con il precedente Baluardo di San Paolo costituisce il sistema di protezione dell’interposta Porta Paola, edificata nel 1612. All’inizio del Novecento la sua sommità fu destinata al mercato settimanale e il luogo era comunemente noto come “mercato dei cavalli”.
14 Porta Paola
L’odierna struttura fu costruita nel 1612 su disegno dell’architetto ferrarese Giovan Battista Aleotti, che la progettò in onore del papa regnante Paolo V Borghese, da cui derivò la denominazione Porta Paola. È il varco monumentale più prestigioso della città, specie sul piano del linguaggio architettonico tardo manierista e proto-barocco.
15 Baluardi di Santa Maria e di San Paolo
I due baluardi sono l’unica testimonianza della cittadella costruita tra il 1608 e il 1618, con la direzione di Mario Farnese e Pompeo Targone, affiancati da Giovan Battista Aleotti. Nel 1618 risultava ben attrezzata, con cinque baluardi a freccia, l’abitazione del castellano, la chiesa di S. Maria dell’Annunziata e caserme, depositi, polveriere, armerie. Nel 1805 Napoleone ne decretò lo smantellamento parziale, ma la fortezza rinacque dopo il 1814. Restò inalterata
fino al 1859, quando se ne deliberò la definitiva demolizione, che risparmiò solo i baluardi di Santa Maria e di San Paolo e la chiesa, distrutta però dai bombardamenti dell’ultima guerra. Sul terrapieno dei baluardi è visibile la statua di Paolo V, opera di Giovanni Lucca Genovese, posizionata nel 1618 al centro della fortezza.
16 Porta Catena e Saliente
Sino allo snodo viario degli attuali Corso Porta Po e Viale Cavour, in epoca estense occupato dalla Porta di San Benedetto, non vi sono altre opere che un saliente trapezoidale, a nord del quale furono aperti nel 1938 due fornici (ricostruiti nel 1958), detti di Porta Catena per la vicinanza dell’omonima struttura d’accesso completamente atterrata dai bombardamenti del 1944. Porta Catena, del primo ‘600, non si apriva sulle mura: era una porta fluviale collocata allo sbocco del canale navigabile che congiungeva il Po di Pontelagoscuro alla fossa del Castello estense.
17 La flora delle mura
Il parco che delinea le mura accoglie circa 240 specie differenti di erbe, alberi e arbusti. È anche il luogo urbano col maggior numero di specie rare. Tanta ricchezza è dovuta all’andamento circolare della cinta muraria e alla presenza dell’ampio vallo circostante, che determinano molteplici e differenti condizioni di insolazione e umidità. Gli alberi che si possono incontrare più facilmente sono gli alti bagolari e le robinie. Tra mura e vallo, crescono poi platani,
farnie, carpini, pruni di diverse specie, pioppi bianchi, pioppi neri e pioppi cipressini, salici bianchi.
18 La fauna delle mura
Le mura sono popolate da numerose specie animali. Tra quelle avicole vi sono civette, passeri d’Italia, cinciallegre e cinciarelle, merli, pettirossi, ghiandaie, piccioni, rondini, rondoni, colombacci, cornacchie grigie e taccole, gazze, gheppi, gufi, tortore dal collare. Nella zona nord, più vicina al Po, si trovano aironi cenerini, garzette, gallinelle d’acqua, nitticore e tarabusini. Fra i mammiferi si registra la presenza di topolini delle case e selvatici, pipistrelli, crocidure e ricci. Anfibi e rettili autoctoni sono presenti e protetti dalla legge regionale sulla “fauna minore” (L.R. 15/2006); tra essi il rospo smeraldino italiano, la lucertola muraiola e il biacco. Fra gli insetti, sono numerosi gli impollinatori