Ferrara d'autore - I luoghi di Giorgio Bassani
Nel secondo dopoguerra Bassani si trasferisce a Roma. La sua fama culmina nel romanzo Il giardino dei Finzi-Contini (1962). I luoghi, le strade, le piazze citati nei romanzi appartengono al quotidiano, ma acquistano particolare significato: Corso Ercole I d’Este non è soltanto l’asse dell’Addizione Erculea, ma “dritto come una spada” (da Il Giardino dei Finzi-Contini) conduce verso casa Finzi-Contini; il muretto del Castello “lungheggiante in piena luce la fossa del Castello” (da Una notte del ’43) riprende i colori scuri e drammatici del giorno dell’eccidio in cui morirono undici cittadini; le Mura degli Angeli sono il luogo di piacevoli passeggiate, oggi come allora, ma anche il rifugio del protagonista de Il giardino dei Finzi-Contini dopo aver appreso la notizia della bocciatura in matematica: “Mi fermai sotto un albero, uno di quegli antichi alberi, tigli, olmi, castagni...”.
Questi e molti altri luoghi appaiono nella narrativa di Bassani, come la Sinagoga con le lapidi che ricordano le deportazioni, nel racconto Una lapide in via Mazzini e la casa natale che compare nel breve romanzo Dietro la porta. Il fascino di una ricerca dei luoghi legati alle vicende narrate da Bassani consiste nel riscontro concreto tra immaginario e realtà:.
Casa Bassani
Via Cisterna del Follo, 1 - Proprietà privata, non visitabile.
La casa dove lo scrittore trascorse la sua infanzia presenta una semplice facciata e racchiude nella corte una magnolia, visibile anche dall’esterno, spesso citata dallo scrittore.
Museo Ebraico e Sinagoghe (TEMPORANEAMENTE CHIUSI)
Via Mazzini, 95
Nel Museo Ebraico, al secondo piano, sono esposti oggetti tradizionali e di culto che illustrano diversi momenti della vita di ogni ebreo dalla nascita alla morte (frammenti di lapidi sepolcrali e tampone di legno per sepoltura). Particolarmente belli sono gli arredi settecenteschi provenienti dalla scomparsa sinagoga di Cento. Una elegante sedia di Elia, del XVIII secolo, laccata in verde, molti oggetti di metallo, soprattutto argento, decorazioni dei rotoli della Torà, una lampada a nove luci di fattura particolarmente elegante, tuttora usata nel tempio durante la festa di Channukkà (dei lumi). Oggetti sono invece divisi a seconda delle festività in cui vengono usati; le chiavi dei portoni del ghetto, una vera e propria rarità storica.
Opere a stampa, fra le quali si annoverano alcune opere di Isacco Lampronti (1679-1756), abile medico e celebre teologo, che viveva al numero 33 della vicina via Vignatagliata.
Scuole Ebraiche
Via Vignatagliata, 79 / 81 - Proprietà privata, non visitabile
In questo edifico che per secoli aveva ospitato le scuole della comunità israelitica, Bassani venne a insegnare nel 1938, assieme a professori e studenti che le leggi razziali avevano espulso dal sistema educativo nazionale.
Palazzo Paradiso – Biblioteca Ariostea
Via Scienze, 17
La biblioteca fu frequentata da Bassani quando viveva a Ferrara e le stanze del Palazzo sono descritte nel romanzo Il giardino dei Finzi-Contini. Vi sono conservate tutte le opere dell’autore nelle varie edizioni e traduzioni.
Cimitero ebraico
Via delle Vigne
Qui si trovano le sepolture dello scrittore e dei suoi genitori. E’ un luogo di suggestione e di silenzio, dove la natura protagonista abbraccia e quasi avviluppa le semplici lastre tombali.
"Il giardino che non c’è"
Non è raro trovare per le strade di Ferrara turisti alla ricerca del mitico Giardino dei Finzi Contini e grande è la loro delusione quando apprendono trattarsi di un’invenzione di Bassani. Per sua stessa ammissione, lo scrittore si ispirò alla vastissima area verde che, ancora prima della seconda Guerra Mondiale, occupava la parte nord della città, oggi divenuta un popoloso quartiere. Gli estimatori del celebre romanzo non devono però disperare: una parte di quella zona verde è ancora esistente. Percorrendo le Mura degli Angeli a nord di Piazzale San Giovanni, a metà strada si scende dal terrapieno e ci si inoltra per un sentiero che passa fra alcuni prati e la verde cortina del Cimitero Ebraico. Giunti in Via delle Vigne, attraverso un portoncino si accede a un secondo sentiero che fra il verde dei frutteti conduce in Via delle Erbe. Ci si trova immersi in una grande tranquillità e quando il vento stormisce fra le foglie o l’autunno colora le piante di tutte le sue sfumature, socchiudendo gli occhi non è dif icile immaginare di essere nel favoloso giardino. E con un po’ di fortuna sentire le biciclette di Micòl e Alberto che si avvicinano.
Documenti correlati
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Guida al ghetto (1.95 MB)