Casa Pannini
La costruzione fu sottoposta ad alcuni interventi migliorativi nel 1615 quando Bartolomeo Pannini commissionò all’architetto Pier Francesco Battistelli il progetto di ristrutturazione della sua abitazione. Per l’abbellimento delle varie stanze fu invece interpellato il Guercino. La stirpe Pannini proseguì con un’unica erede che, sposando il conte Niccolò Chiarelli, diede inizio alla nuova casata Chiarelli-Pannini che mantenne la proprietà del palazzo fino al 1840, quando passò nelle mani di Francesco Diana. Quest’ultimo proprietario, per evitare l’ulteriore degrado degli affreschi, decise di farli trasferire su tela: Giovanni Rizzoli di Pieve di Cento si occupò di staccare i dipinti dalle pareti mentre il pittore bolognese Giuseppe Guizzardi pose mano al restauro. Il lavoro ultimato risultò nel trasferimento su tela di circa 140 dipinti. Per motivi ereditari, però, queste opere furono anche divise tra due casate nobiliari, la famiglia Filippetti di Ferrara e il marchese Rosselli del Turco di Bologna: gli eredi del marchese fortunatamente decisero poi nel 1945 di donare le tele alla Pinacoteca Civica di Cento.
Il palazzo Pannini, caratterizzato da un porticato trabeato in legno e un prospetto dalle linee gotiche, era suddiviso in due livelli. Gli affreschi, eseguiti sotto la direzione artistica del Guercino negli anni 1615-16, iniziarono dal piano nobile comprendendo la Sala Grande sulle cui pareti c’erano le Storie di Ulisse, Vestibolo delle Cacce con scene di caccia, Camera dei Cavalli, Camera Rossa con paesaggi e Camera della Venere con le storie di Rinaldo e Armida. Mentre le decorazioni del pianterreno realizzate nel 1617 includevano la Stanza della Primavera e la Stanza dell'Estate con scene rurali e giochi, poi Stanza dell'Autunno e Stanza dell'Inverno con scene di vita locale.