Tra fango e fenicotteri
Ed ecco che ci ritroviamo ad assaporare i primi, timidi cenni di primavera. Voglia di natura, voglia di passeggiate, voglia di assaporare il tempo. Lentamente. All’interno di un paradiso forse ancora non apprezzato come meriterebbe.
Armati di macchina fotografica e binocoli, ci dirigiamo oggi verso la Penisola di Boscoforte, uno dei più suggestivi angoli dell’intero territorio del Parco del Delta del Po, parco che – con i suoi 52 mila ettari di natura incontaminata – è regno di oltre 1.000 specie vegetali e 300 varietà di uccelli.
Formato da uno stretto cordone dunoso di epoca etrusca, Boscoforte si spinge dall’argine del fiume Reno, per circa 6 chilometri verso nord, all’interno delle Valli di Comacchio.
Per non compromettere i delicati equilibri presenti all’interno del suo ecosistema, l’area – ad oggi di proprietà privata – è accessibile solo tramite visite guidate prenotate anticipatamente. Ma ne vale davvero la pena: Boscoforte è, infatti, caratterizzato da una notevole varietà di ambienti, legati alla contemporanea presenza di acqua dolce e di acqua salmastra. Racchiude quindi un piccolo paradiso raro e prezioso, fatto di canneti, salicorneti, barene, dossi sabbiosi e canali, habitat ideale di diverse specie di uccelli che qui nidificano o passano durante le migrazioni: Fenicotteri, Aironi, Spatole, Avocette, Volpoche, Cavalieri d’Italia, Limicoli, Anatre, Tuffetti e Svassi.
La guida ci aspetta al Museo di Scienze Naturali NatuRa di Sant’Alberto (RA). Siamo un gruppo di circa 12 persone, tutte famiglie con bambini. Dal NatuRa, raggiungiamo a piedi l’argine del Fiume Reno, l’antico Po di Primaro, da cui si accede ad un piccolo traghetto che consente di arrivare sulla sponda opposta. Niente ponti, niente cemento qui. Solo questa chiatta che fa continuamente avanti e indietro da una sponda all’altra. Il “viaggio” dura un minuto o poco più, ma non riesco a descrivervi l’entusiasmo dei bambini nel salire sul barcone!
Una volta raggiunta l’altra sponda, ci dirigiamo, sempre a piedi, verso est. Una breve passeggiata lungo un sentiero non asfaltato separa il fiume Reno da Boscoforte. La passeggiata ci introduce piano piano in un mondo sospeso tra cielo, terra e acqua. Tutt’intorno, luci e colori tenui: uno spettacolo di una bellezza struggente. In lontananza, si scorgono già bellissimi gruppi di fenicotteri, che – apprenderemo di li a poco – stanno cominciando a nidificare…
Arriviamo al cancello che separa la penisola di Boscoforte dal mondo esterno. Solo Antonio, la guida, ha le chiavi – il che rende la cosa estremamente affascinante agli occhi dei più piccoli – che pensano, non a torto, di entrare in un Regno segreto e prezioso. Entriamo, camminiamo, osserviamo. Antonio ammonisce tutti: “ora bimbi, bisogna fare silenzio. Qui ci sono tantissimi uccelli che stanno nidificando… se facciamo troppo rumore, si spaventano e scappano via“. Bé, i piccoli camminatori ce la mettono tutta, ma è più forte di loro. Non riescono proprio a non urlare. L’entusiasmo, la voglia di esplorare, di scoprire, è incontenibile.
Antonio comincia a raccontarci di Boscoforte e dei suoi abitanti. Lo ascoltiamo con attenzione, mentre ci dice che il periodo migliore per avvistare i fenicotteri è proprio la primavera (e l’autunno). In inverno fa troppo freddo e il cibo scarseggia, in estate invece è decisamente troppo caldo per loro.
Scopriamo poi che i fenicotteri sono degli uccelli straordinari e sanno molto meglio di noi cosa siano le pari opportunità e come dovrebbe essere organizzata la società moderna…! Intanto sono estremamente sociali e vivono solo in gruppo. Nidificano da Aprile in avanti: i loro nidi sono costruiti sull’acqua e sono fatti di fango. Ogni coppia depone un solo uovo e lo cova per circa un mese, facendo attenzione a girarlo ogni tanto in modo da riscaldarlo uniformemente.
Quando nasce, il piccolo viene allattato da mamma e papà! Eh si, perché pur non essendo degli animali mammiferi, i fenicotteri (sia femmine che maschi) producono latte. Un latte più proteico e più grasso di quello delle mucche. Ma le sorprese non finiscono qui… I piccoli vengono allattati da mamma e papà per i primi due mesi di vita, poi vanno… all’asilo nido! Eh già. I fenicotteri si sanno organizzare molto meglio di noi. A turno, un paio di genitori badano a tutti i piccoli del gruppo, mentre gli altri se ne vanno a zonzo… a mangiare, a bere e a farsi una ballata. Poi si danno il cambio. Insomma una vita senza stress!
La passeggiata continua per circa due chilometri. Ci armiamo di binocoli per scorgere le varie specie di uccelli che popolano la penisola, ma le distanze non ci permettono di godere a pieno lo spettacolo. Per fortuna c’è il teleobiettivo della guida, molto più potente, che ci regala spettacoli affascinanti e senza tempo.
E poi corriamo, ci nascondiamo, scopriamo tane e paperelle….
Speriamo tanto di incontrare anche i famosi cavalli del Delta del Po, diretti discendenti del Camargue, che vivono qui allo stato brado. Ma non siamo fortunati. Dei cavalli incontriamo solo le innumerevoli cacche. Che mio figlio usa per fare il tiro al piattello nell’acqua. Dicono che chi pesta la cacca sia fortunato… Speriamo che la fortuna raddoppi, se la cacca viene lanciata invece che pestata !
La visita sta per finire e pian piano ritorniamo verso l’argine del Reno. I bimbi sono stanchi e affamati, ma indovinate un po? Ritrovano improvvisamente le energie alla vista delle pozzanghere lasciate dall’acquazzone del giorno prima…
Che bella passeggiata!! Peccato per i cavalli però… I bimbi speravano cosi tanto di incontrarli… Forza, bambini, non è detta l’ultima parola: Antonio, la guida, ci fa un ultimo regalo, indicandoci -in calcio d’angolo – un agriturismo nelle vicinanze che ha proprio un allevamento di cavalli Camargue! E visto che è anche ora di pranzo… . Ma questo ve lo racconterò nel prossimo post…
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