Acquedotto monumentale
Il progetto architettonico fu affidato nel 1929 all’ing. Carlo Savonuzzi. Oltre all’indubbia modernità della costruzione, veniva posto l’accento dai contemporanei anche sull’ispirazione classica che l’aveva concepita; si pensi, per esempio, al tempietto ideato dal Perugino e soprattutto (come ricordato da Scardino) da Raffaello sullo sfondo dei loro dipinti che rappresentano Lo sposalizio della Vergine.
La costruzione, piuttosto imponente, è alta circa 37 metri e concepita quasi interamente in cemento armato, ma proprio grazie alle felici intuizioni dei progettisti, appare nel contempo sufficientemente armonica ed ariosa. La struttura è caratterizzata alla base da un rilevato in terra, abbellito da due gradinate (una delle quali porta ad una fontana monumentale) e coronato da pioppi, allusivi alle Eliadi, le sorelle del mitico Fetonte che, scriveva un giornalista in quegli anni, colpito da Giove precipita sulla pianura padana trasformandosi nel Po.
Alla sommità del terrapieno si eleva l’ampio e massiccio basamento dodecagonale, sul quale si innalzano dodici grandi arcate di 12 metri di altezza che sostengono l’enorme “Serbatoio pensile” della capacità complessiva di 2.500 metri cubi, definito negli anni Trenta il più grande d’Italia; termina la costruzione un coperto con cupola a gradoni. Di grande effetto la fontana, sovrastata da una statua raffigurante il Po ed i suoi affluenti, opera dello scultore Arrigo Minerbi, contemporanea alla monumentale costruzione.