Scuola Elementare Alda Costa
Savonuzzi inserì il moderno edificio sull’area un tempo occupata dall’Ospedale Sant’Anna, complesso architettonico fondato nel 1443 grazie alla ristrutturazione di un convento preesistente, ampliato poi nei secoli successivi fino ad occupare gran parte dell’isolato a nord-est del Castello Estense. Negli anni Trenta in quel sito, oltre all’istituto scolastico e ad altri fabbricati, si realizzarono le vie Boldini, Previati e De Pisis, così come indicato nel “piano comunale”, che prevedeva la parziale demolizione dell’antico sanatorio.
L’idea di quella rivoluzione urbanistica nota come “addizione novecentista”, che avrebbe interessato in pochi anni l’ampio settore della città dove insisteva l’antico ospedale, era nata a seguito del trasferimento nel 1927 dell’intera struttura sanitaria presso la nuova sede, ubicata in prossimità della Prospettiva di Corso Giovecca (1703-4). Tuttavia, il “Piano Regolatore” del nuovo quartiere fu elaborato soltanto nel 1931 da Carlo Savonuzzi con la supervisione del fratello maggiore Girolamo. A Carlo fu affidata inoltre la progettazione dei singoli edifici adiacenti la scuola, come il Museo di Storia Naturale, il complesso Boldini e il Liceo Musicale, tutti realizzati negli anni Trenta.
Attraverso l’ideazione di questi complessi architettonici l’ing. Carlo Savonuzzi poté manifestare la sua adesione al razionalismo, opportunamente adattato al contesto urbano in cui si trovava ad operare, grazie a sapienti accostamenti di linee, volumi e colori; con tale approccio concettuale egli riuscì a creare nelle sue architetture una sorta di osmosi fra la tradizione ferrarese ed il miglior modernismo europeo.
Per quanto riguarda la scuola elementare, sorta sulle macerie del vecchio Sant’Anna, sappiamo che fu subito intitolata al “Re Buono” Umberto I, come ad esso era dedicata la vecchia sede di istruzione elementare di via Bersaglieri del Po presso l’ex Oratorio di San Cristoforo dei Bastardini, divenuta ormai inagibile.
Per la realizzazione dell’edificio, definito estremamente moderno e razionalista, Carlo Savonuzzi si ispirò anche all’architettura del passato e ai volumi di alcuni complessi religiosi, come la vicina chiesa del Gesù (vista però dall’abside), tanto che lo stesso progettista, la paragonava ad una costruzione moderna, i cui “piani” apparivano “voluti da un architetto novecentista”.
La scuola, dedicata nel dopoguerra alla dirigente socialista e maestra antifascista Alda Costa, pur essendo costruita interamente in laterizio, è arricchita cromaticamente soprattutto nei prospetti principali (oggi come allora) dal colore grigio dei pilastri, dei basamenti, dei bancali, delle cornici e di altri elementi decorativi, che furono realizzati in parte in materiale cementizio ed in parte in pietra; tutto ciò denota una grande attenzione per i particolari, che contribuiscono ad elevare così la qualità estetica dell’edificio.
Il fabbricato, che nel tempo non ha subito modifiche di rilievo nè all’interno nè all’esterno, è nobilitato architettonicamente dalla geometrica disposizione delle finestre su tre ordini perfettamente raggruppati, le quali forniscono grande luminosità alle aule, ma è la torre scanalata (alta 37 metri), caratterizzata da grandi finestroni, ad essere particolarmente ammirata; infatti essa dà slancio all’intero immobile, a sua volta composto da solidi, quali parallelepipedi e semicilindri, che arretrano ed avanzano armoniosamente, rendendo estremamente dinamica tutta la costruzione, restituita allo splendore originario dai restauri dell’estate del 2004, curati dal Settore Opere Pubbliche del Comune.
a cura di Francesco Scafuri.