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Antonio Aleotti

Pittore

Nativo di Argenta, documentato tra il 1495 e il 1527, morì prima del 1530. La sua opera più antica, fra quelle note, è il polittico della Pinacoteca di Argenta, Madonna in trono col Bambini e angeli musici fra i santi Pietro, Giacomo, Giovanni battista e Paolo. Come scrive A.Mezzetti, la data che si legge sul retro della tavola, "8 giugno 1496", può essere assunta come termine post quem per l'esecuzione del polittico di Argenta. "Poco prima di quel tempo il pittore dimorava a Cesena, dove nel 1495 riceveva acconti per la decorazione, oggi perduta, di una cappella nella chiesa di S.Agostino; e dove proprio nel 1496 risulta aver "lassato imperfecto" uno stendardo che aveva incominciato: circostanza, quest'ultima, che può forse collegarsi con il sopravvenire dell'importante impegno argentano". Nel 1498 l'Aleotti apponeva il suo nome anagrammato a quel polittico che sarà poi smembrato e di cui facevano parte, come figura centrale, il Cristo morto della Pinacoteca di Ferrara e, lateralmente, il S.Giorgio Harris e la S.Caterina, di collezione privata ferrarese, sulla base delle ricerche di F.Zeri e G.Bargellesi. Nel 1510 firmava la Madonna in trono fra i santi Michele e Antonio Abate della Pinacoteca Comunale di Cesena. Fra le opere a lui attribuite da F.Zeri ricordiamo S.Lorenzo e S.Bartolomeo (Museo Nancy), Cristo morto sorretto da un angelo (affresco, Pinacoteca di Rovigo), S.Giovanni Evangelista e S.Nicola di Bari (Museo di Tolosa). Scrive la Mezzetti che il polittico di Argenta, malgrado il suo aspetto arcaico, è certamente il capolavoro di questo interessante pittore argentano. "La sua cultura si integra all'ambiente tardo-gotico emiliano e veneto, con derivazioni da Ferrara e da Padova e con ricordi di opere fiamminghe (Van Der Weyden), prima di rinnovarsi nella tarda pala di Cesena, sulla scia di Ercole de' Roberti e degli Zaganelli.

ultima modifica 13/10/2015 07:35
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